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Omicidio in villa – “Il Pepoli”

di Samuele Campitelli, 2 A

Utente RIIC82500N-psc

da Riic82500n-psc

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Continua la serie gialli di classe, che spopola così tanto tra i nostri lettori. Stavolta è il turno del terzo classificato di Natale in giallo, “Omicidio in villa”, un’avvicente storia accaduta proprio la sera di Capodanno…

Era la notte di Capodanno. Nella villa sul Canal Grande di Venezia, c’era una festa proprio in onore dell’anno nuovo. Gli invitati erano vestiti eleganti. Era una festa a cui partecipavano alcuni amici e colleghi del proprietario: Francesco D’Altavilla. Francesco era un uomo molto colto, faceva l’avvocato a Firenze, dove abitava, per una grande multinazionale e aveva l’abitudine di passare le vacanze a Venezia, sua città d’origine.

La festa stava procedendo bene fino a quando si sentì un urlo che proveniva dal bagno. Erano quasi le due di notte e la maggior parte degli invitati era già andata via. Francesco si precipitò al bagno con un po’ di paura e vide la sua governante, Luisa Maigret, sconvolta vicino al cadavere di un invitato, amico nonché collega di Francesco D’Altavilla: era Marc Rhodes, un giovane ragazzo di trentacinque anni, di corporatura robusta, inglese che si era trasferito da poco in Italia per lavoro.

Marc si trovava a terra esanime, molto probabilmente colpito da un’arma da taglio alle spalle. Vicino al cadavere c’erano un orologio sporco di sangue e un coltello da cucina. Il bagno era tutto in disordine, c’erano oggetti dappertutto, quindi probabilmente c’era stata una colluttazione.

Francesco, preso dal panico e prima ancora di avvertire la polizia, pensò di chiamare un suo fidato amico: il detective per passione Aurelio De Medici. Aurelio viveva in un palazzo non lontano dalla sua villa. Era un tipo stravagante, molto intelligente e di buon cuore, ma soprattutto geniale. Era alto e magro, aveva la testa a uovo e il naso aquilino. Vestiva sempre elegante, di nero, in giacca e cravatta, ma portava sempre con sé uno zainetto dove metteva oggetti personali. Amava molto risolvere casi ma in realtà Aurelio era impiegato presso uno studio legale con il quale collaborava la multinazionale di Francesco.

Aurelio portava sempre con sé il suo fidato assistente: Carlo Giuliani. Carlo era un uomo intelligente, divertente e sempre pronto alla battuta. Era basso e magro con il viso allungato. A differenza di Aurelio, vestiva sportivo ed era un esperto di impronte digitali.

I due si recarono sul luogo del delitto e dopo aver osservato la scena cominciarono a parlare con Francesco D’Altavilla e ad ascoltare i pochi invitati rimasti ancora alla festa. Francesco disse loro che Marc era un suo amico e collega. Un ospite della festa disse invece che, poco prima, aveva visto un uomo uscire velocemente dal portone con aria sospetta. Probabilmente si trattava del colpevole. Carlo prese l’orologio che stava accanto al corpo e lo diede ad Aurelio che lo mise nello zainetto. Nel frattempo l’assistente Carlo aveva riscontrato che sull’arma del delitto non c’erano impronte di nessun tipo. Venne poi ascoltata la governante, Luisa, che aveva ritrovato il corpo del povero Marc, la quale riferì che non aveva notato, fino ad allora, nulla di strano.

Oltre al proprietario della villa, alla sua governante e al testimone, che aveva visto un uomo allontanarsi velocemente, era rimasto nella villa un altro invitato, Luigi Porta, collega e migliore amico della vittima, che lo aveva anche accompagnato quella sera alla festa e sarebbe dovuto tornare a casa insieme a lui.

Il signor Francesco D’Altavilla era sconvolto per ciò che era accaduto e riferì al detective che la vittima, Marc Rhodes, da poco aveva ottenuto una promozione sul lavoro che gli avrebbe permesso di guadagnare di più. A questo punto il detective Aurelio disse di aver capito chi aveva ucciso Marc. Estrasse dal suo zainetto l’orologio e osservandolo notò delle iniziali sul cinturino: “L.P.”. Aurelio e il suo assistente si guardarono ed esclamarono: “Luigi Porta!”.

A questo punto il colpevole non poté fare a meno di confessare e dire che aveva ucciso Marc perché era invidioso del nuovo incarico che aveva ricevuto e avrebbe voluto lui quella promozione. Aurelio chiamò la polizia, il colpevole venne arrestato e assicurato alla giustizia.

Un altro caso era stato risolto dal detective Aurelio e il suo assistente. I due tornarono a casa contenti e soddisfatti.