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Da un mistero alla svolta – “Il Pepoli”

di Manuel Ceccarelli, 2A

Utente RIIC82500N-psc

da Riic82500n-psc

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Un nuovo, inedito racconto giallo con un detective di prim’ordine. Aspettatevi tutto e il contrario di tutto.

Un giorno il signor Boccacci sentì dei rumori strani dalla casa della vicina.

Il signor Boccacci andò a bussare alla porta della vicina, la signora Cherbal; dopo pochi istanti, la signora aprì: era sporca di sangue sul grembiule da cucina.

La signora lo invitò ad entrare: ad una prima impressione nella stanza sembrava tutto normale, ma all’occhio attento del signor Boccacci non sfuggì che, da sotto al divano rialzato, si vedeva il lembo di un lenzuolo di colore scuro, o forse tanto vecchio e lurido da sembrare di colore scuro. Nonostante la Cherbal cercasse di allontanarlo, il signor Boccacci la superò e si avvicinò di gran passo al lenzuolo, lo scostò… Sotto c’era un corpo: era la figlia della signora Cherbal, ormai inanime, completamente ricoperta di sangue.

Il signor Boccacci inorridì e fu preso dallo sconforto, visto che quella ragazza e sua madre abitavano vicino casa sua da tanti anni e gli erano sempre sembrate persone normalissime… Visto che lui era un detective, però si riscosse e decise di condurre un’indagine su quel crimine così efferato.

Innanzitutto bisognava esaminare il corpo della vittima: la ragazza, che si chiamava Elisabetta, aveva subito tre coltellate sul petto. Non molto distante dal corpo, giaceva un coltello da cucina insanguinato. Era certamente l’arma del delitto. Prima di controllare le impronte, però, il detective interrogò la signora Cherbal che era in cucina a preparare la pizza fatta in casa: quella assicurò al detective che il rosso sul suo grembiule era il sugo con cui stava cucinando la pizza. Al detective sembrò una motivazione poco credibile. Purtroppo però, nel tempo in cui lui si trovava vicino alla vittima, la donna aveva gettato il grembiule nel caminetto acceso ed era impossibile, adesso, sapere se dicesse la verità

Boccacci decise allora di approfondire la questione e decise di interrogare anche l’altra figlia della signora Cherbal, sorellastra di Elisabetta: lei assicura di essere restata in camera sua per tutto il tempo, e di non aver sentito nessun rumore sospetto visto che aveva lo stereo acceso. Il detective è incerto se crederle o meno…

Adesso è l’ora di controllare le impronte sull’arma: sono quelle della madre, la signora Cherbal, quindi la arresta. A quel punto la figlia non riesce a trattenere una violenta crisi di pianto, nel corso della quale confessa di essere stata per tutto il tempo complice della madre nell’assassinio di Elisabetta.

 

Vi chiederete come mai il titolo di questo racconto sia “Da un mistero alla svolta”: il motivo è che il detective ha dovuto cambiare più volte idea per giungere alla soluzione. Mai fidarsi delle apparenze…