Ricerca

Big Food e inquinamento – “Il Pepoli”

di Emira Azizi, Social Lab

Utente RIIC82500N-psc

da Riic82500n-psc

0

Mangiare in maniera consapevole significa pesare ogni boccone, e non sto parlando del peso sulla bilancia.

L’immagine è stata realizzata utilizzando l’AI.

Abbiamo affrontato un problema relativo all’alimentazione in classe, leggendo un articolo comparso sul New York Times nel 2016 e rivolto all’allora presidente Barack Obama, nel quale gli si chiedeva di prendere posizione rispetto alla problematica alimentare.

Abbiamo scoperto cosa significhi big food, cosa little food, cosa farm belt e soprattutto il funzionamento di tutto questo.

C’è una regione nella zona nord orientale degli Stati Uniti che chiamano farm belt, o corn belt, nella quale si trovano solo monocolture di mais e soia. Monocoltura significa che viene piantata una sola cosa. Questo mi ha colpita non poco. Pensate che per la coltivazione di queste monocolture e per la loro successiva trasformazione e distribuzione, sono necessari più combustibili fossili che non per il settore dei trasporti.

Il sistema sul quale le multinazionali Big Food proliferano, vede alla base l’agricoltura e quindi lo sfruttamento della farm belt, tutto questo foraggia l’allevamento e quindi la massiva macellazione di carne, pronta per essere servita nei fastfood di tutto il mondo.

Accanto a queste multinazionali con un giro di affari che supera i 1500 miliardi di dollari, nascono le Little Food, che tanto piccole non sono perché la loro fetta di mercato è di 50 miliardi di dollari, che promuovono un consumo sostenibile e consapevole, ad esempio con carne prodotta in laboratorio.

L’altro dato che mi ha colpita, è che questi numeri si riferiscano a diversi anni fa, se infatti l’articolo era datato 2016, i fatti riportati erano del 2010, quindi sono passati 13 anni e nonostante io voglia mostrarmi ottimista, penso che la situazione possa essere solo peggiorata da allora.