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5000 strani nuovi mondi – “Il Pepoli”

di Andrea Banchelli

Utente RIIC82500N-psc

da Riic82500n-psc

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Sono stati ipotizzati per secoli nel terreno di speculazione proprio dei filosofi come Giordano Bruno ma solo da pochi decenni siamo sicuri che esistono. Sono i pianeti in orbita intorno ad altre stelle, o #esopianeti.

I primi due furono scoperti nel 1992 nel luogo dove meno ce li si poteva attendere, in orbita attorno ad una pulsar, il residuo ipercompresso di una stella di grandi dimensioni giunta al termine dei suoi giorni mentre il primo intorno ad una stella simile al Sole è arrivato nel 1995. Prima uno, poi due, poi a grappoli, anche grazie a satelliti progettati per scoprire i micrometrici effetti che loro inducono nelle rispettive stelle centrali, non ultimo il favoloso James Webb.

A oggi se ne conoscono 5500 di cui svariate centinaia rocciosi più o meno simili alla Terra. E gli altri? Uno zoo variegato e imprevedibile di oggetti molto diversi da quelli che noi conosciamo nel nostro sistema solare. Giganti gassosi che orbitano in pochi giorni attorno alla propria stella (li hanno chiamati “Hot Jupiter”, cioè “Gioviani caldi”), corpi rocciosi come la Terra ma grandi quasi come Nettuno (“super Earth”) ma anche gassosi come Nettuno e grandi poco più della Terra (“mini-Neptune”). E poi pianeti ricoperti da un unico grande oceano profondo centinaia di km, altri congelati con nuvole di azoto solido oppure con la crosta fusa e immensi laghi di lava con nuvole e piogge fatte vetro fuso e ferro e l’interno di carbonio puro, quello che noi chiamiamo… diamante.

Alcuni hanno un oceano d’acqua ricoperto da un’atmosfera a base di idrogeno (“hycean planets”) mentre altri ancora sono pianeti oscuri che vagano nello spazio senza orbitare attorno ad alcuna stella (“rogue planets”), lupi solitari nelle sterminate steppe del cosmo.

I 5500 esopianeti accertati a fine novembre 2023 sono organizzati in più di 3900 sistemi stellari, vale a dire che mediamente ogni stella ha più di un pianeta. Uno dei sistemi più caratteristici è costituito da sette pianeti rocciosi il più lontano dalla sua stella dei quali potrebbe benissimo essere contenuto all’interno dell’orbita del nostro Mercurio: un sistema solare in miniatura dove i pianeti si avvicinano così tanto l’uno all’altro che quelli più vicini tra loro possono apparire grandi e luminosi nel cielo notturno come la nostra Luna. Un altro sistema si compone di sei pianeti in perfetta risonanza orbitale, cioè quando il più esterno compie un certo numero di orbite, tutti gli altri ne compiono di più ma sempre in perfetto rapporto tra loro di numeri interi, per quel meraviglioso mistero che vede la matematica nel sottofondo della natura in tutti gli ordini di scala.

Avete presente la scena di Star Wars in cui Luke Skywalker osserva il tramonto con due stelle che scendono verso l’orizzonte? Esiste pure quello, in un sistema in cui il pianeta orbita intorno a una coppia di stelle legate gravitazionalmente. Insomma, ambienti esotici tali da far apparire quasi timidi molti degli sceneggiatori dei film di fantascienza. Riconoscerli è come vedere il movimento di una mosca attorno ad un lampione lontano kilometri, stando in macchina col parabrezza bagnato dalla pioggia. Eppure, abbiamo imparato a farlo e oggi, attraverso la luce che arriva a noi, la frontiera è studiare le loro atmosfere cercando “biofirme”, elementi chimici potenzialmente collegabili alla presenza di vita di qualunque tipo, anche elementare, o addirittura “tecnofirme”, cioè gli effetti della presenza della vita evoluta e tecnologica in grado di alterare l’ambiente.

Il grafico qui sopra, che trovo bellissimo anche solo da stare a guardarlo nelle sue sfumature di colore, immagina secondo la mano di artisti e scienziati, la superficie di oltre 900 esopianeti conosciuti, ordinati in base alla quantità di calore che ricevono dalla propria stella, stimando quindi la loro temperatura superficiale. Fatte salve le mille inevitabili incertezze, una finestra su come essi potrebbero apparire se esistesse un telescopio sufficiente ad inquadrarli, cosa che decisamente per ora non è.

Ah, tra i 900 pianeti del grafico, da ghiacciati a infuocati nelle corrette scale, ci sono anche la Terra e la Luna: scaricate la versione a definizione massima e divertitevi a cercarle!

Credit. www.halcyonmaps.com